Snorkeling ed Immersioni: il Parco Archeologico Sommerso di Baia
Bastano una maschera ed un paio di pinne per scoprire un museo sommerso…
Il Parco Archeologico Sommerso di Baia è un gioiello inestimabile.
La maestosità dell’arte greco romana di cui è ricco il territorio dei Campi Flegrei, si può ammirare persino sott’acqua.
Il Bradisismo, fenomeno vulcano che contraddistingue i Campi Flegrei, ha infatti mutato, nell’arco dei secoli, la fascia costiera, che ha subito uno sprofondamento con la conseguente sommersione di tutti gli edifici che vi erano costruiti. Siti di grande importanza in epoca romana, dove Pozzuoli era la più celebre città commerciale, Baia la più famosa località residenziale e Miseno la sede della flotta militare, sono oggi sommersi.
I primi ritrovamenti di reperti archeologici avvennero negli anni Venti dove, in occasione dell’ampliamento della banchina del porto, vennero portati alla luce sculture, elementi architettonici, fistule acquarie con bolli imperiali.
Negli anni ’40 attraverso alcune foto aeree, venne evidenziato, nello specchio antistante il lago Lucrino, l’area archeologica sommersa del Portus Julius.
Malgrado l’interesse suscitato da queste scoperte, solo negli anni ’60 si avviò nelle acque di Baia la prima campagna di rilevamento archeologico subacqueo.
Tali indagini portarono alla redazione della prima carta archeologica della città sommersa di Baia.
Furono rilevati nei pressi di punta Epitaffio a circa -6 mt di profondità, una strada basolata, fiancheggiata da edifici che si aprivano su di essa, uno di loro si rileverà due decenni dopo, il ninfeo dell’imperatore Claudio, e poi proseguendo verso il largo altri resti di strutture protese sul mare mediante gettate cementizie. Gli stessi sono pertinenti al quartiere marittimo della villa dei Pisoni, una villa con ingresso a protiro e splendide decorazioni pavimentali, antistante un tratto di strada, affiancato a tabernae, resti di peschiere e moli.
Nel 1969 si ebbe l’affioramento, davanti Punta Epitaffio, a seguito di una mareggiata, di due sculture di grande qualità che furono riconosciute come “Ulisse e compagno con l’otre”, ancora al loro posto nell’abside di un edificio rettangolare (il Ninfeo).
Solo nel 1980 viene avviato il primo scavo subacqueo effettuato direttamente da archeologi, che portò all’identificazione del Ninfeo dell’imperatore Claudio e del suo straordinario complesso scultorio.
Nel 1997 fu allestita all’interno del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, che ha sede presso il Castello Aragonese di Baia, la sala del Ninfeo di Punta Epitaffio dove viene riprodotto il ninfeo sommerso dell’imperatore Claudio
… terme, ville, grandi peschiere, magazzini, ninfei ma anche quel palazzo che tanti imperatori frequentarono per almeno tre secoli.
Da Baia infatti sappiamo che Claudio emanò un famoso editto, e che Nerone vi attrasse la madre Agrippina prima di farla uccidere, e come Adriano stesso vi morì. Le loro tracce sono rimaste oggi leggibili attraverso i mosaici, i marmi, le colonne, le statue, a volte brutalmente forate dai datteri di mare, in altri casi ancora conservate perfettamente, così come si può osservare nelle sale del Castello di Baia dedicate a questi rinvenimenti.
Da allora sono stati fatti passi da gigante nella tutela e la valorizzazione dell’area
L’istituzione nel 2002 di questo vero e proprio museo sommerso ha permesso di creare un’area di protezione per questi resti e una serie di percorsi di visita per far conoscere a tutti la Villa dei Pisoni, il Ninfeo di Punta Epitaffio, la Villa a protiro, oltre al vicino Portus Iulius o la Secca delle Fumose.
Soggiornando presso il Grand Hotel Serapide, è possibile raggiungere facilmente il Centro Sub Campi Flegrei (convenzionato) e vivere questa magica esperienza alla scoperta dell’“Atlantide Romana”